
L'amico sconosciuto
A Toronto ghiacciata, pochi giorni prima di Natale, un impiegato di banca dall'apparenza insignificante scopre per caso che la sua filiale in un centro commerciale è sul punto di essere rapinata: un foglietto lasciato sul bancone svela un piano crudele. La routine quotidiana di Miles Cullen, annoiato e abitudinario, viene messa sottosopra da una decisione improvvisa che trasforma l'apparente sicurezza del luogo in un terreno di gioco per l'inganno. La tensione cresce tra luci natalizie e corridoi vuoti, creando un contrasto gelido tra festa e pericolo.
Anziché chiamare la polizia, Miles escogita un piano audace e moralmente ambiguo: nasconde per sé una parte consistente del denaro, lasciando al rapinatore solo una somma simbolica. Da quel momento si innesca un gioco perverso di inganni e contromosse, in cui il protagonista diventa il complice silenzioso di un crimine. La rapina, attesa e apparentemente semplice, si trasforma in una partita a scacchi crudele tra due caratteri opposti.
La pellicola mescola suspense, humor nero e una crescente dose di violenza, mostrando la trasformazione di un uomo comune sotto la pressione della paura e dell'opportunismo. L'incontro con il rapinatore rivela lati oscuri e imprevedibili: rabbia, carisma e una ferocia pronta a esplodere. Il thriller gioca sul guardaroba morale dei personaggi, sullo sguardo cinico verso il conformismo e sulla fragilità delle certezze quotidiane.
Gli eventi culminano in confronti tesi e svolte inattese che mettono in discussione chi sia davvero vittima e chi carnefice. La tensione resta viva fino alla fine, lasciando lo spettatore con un senso di ambiguità morale e il ricordo di una suspense costruita con freddezza e ironia. Un film che, tra colpi di scena e atmosfere gelide, esplora i confini tra furbizia e crudeltà in una Toronto natalizia ma tutt'altro che festosa.
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