Edith Evanson
Born:26 aprile 1896
Place of Birth:Tacoma, Washington, USA
Died:29 novembre 1980
Known For:Acting
Biography
Edith Evanson, nato Edith Carlson il 29 aprile 1896 a Tacoma, Washington, lasciò un segno indelebile all'era d'oro di Hollywood come versatile attrice americana. Crescendo in una famiglia profondamente radicata nelle credenze protestanti, in seguito ha perseguito una carriera nella recitazione che si sarebbe svolta attraverso film di film, carattere e televisione.
Passando dal suo lavoro iniziale come giornalista di corte a Bellingham, Edith ha trovato la sua passione nel mondo dell'intrattenimento. Nel 1923, si sposava con Morris Otto Evanson e insieme si imbarcarono in un viaggio che non includeva i bambini ma era pieno di esperienze e amore condivisi.
Il suo debutto cinematografico è arrivato nel film del 1940 "L'uomo che non avrebbe parlato", segnando l'inizio di una prolifica carriera che l'ha vista ritrarre una serie di personaggi, dalle cameriere ai segretari, in film notevoli come "Citizen Kane", "Rope" e "Il giorno in cui la Terra è rimasta immobile". Collaborare con icone di Hollywood come Orson Welles, Joan Crawford e Katharine Hepburn, il talento di Edith ha brillato in ogni performance.
Mentre la televisione guadagnava importanza alla fine degli anni '40, Edith passò perfettamente al piccolo schermo, prelevando spettacoli popolari come "Alfred Hitchcock Presents", "Lassie" e "The Frank Sinatra Show". La sua adattabilità e abilità come attrice le hanno permesso di affascinare il pubblico sia nel cinema che nella televisione, mostrando la sua gamma e versatilità.
Dopo una carriera di successo nel settore dell'intrattenimento, Edith si ritirò e si stabilì a Riverside, in California, dove si godeva i suoi anni successivi. Purtroppo, il 29 novembre 1980, morì a causa di insufficienza cardiaca, lasciando alle spalle un'eredità che continua ad essere celebrata da fan e colleghi. In un tributo appropriato alla sua vita, le sue ceneri erano sparse nella vasta distesa dell'Oceano Pacifico, simboleggiando la sua durata connessione al mondo che ha dato vita sullo schermo.
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