Un'indagine personale e collettiva che mette a nudo le conseguenze umane della politica del figlio unico in Cina: la regista Nanfu Wang intreccia interviste a vittime, funzionari e testimoni con materiale d'archivio e momenti autobiografici per ricostruire un capitolo storico di coercizione e silenzi. Il documentario esplora come una campagna statale abbia trasformato relazioni familiari, diritti corporei e identità, rivelando storie di aborti forzati, sterilizzazioni, abbandoni e adozioni, ma anche la normalizzazione delle pratiche da parte di chi le applicava.
Attraverso il confronto fra oppressori e oppressi e la scoperta di verità nascoste nella propria famiglia, il film provoca riflessioni potenti su responsabilità, memoria e oblio. La narrazione, a tratti dolorosa e a tratti incredula, riesce a restituire la complessità di un esperimento sociale che ha segnato intere generazioni, invitando lo spettatore a considerare le conseguenze morali delle politiche di Stato sulla vita privata.