Una sarta dal passato complicato si ritrova coinvolta in un furto improvvisato: una valigetta prelevata da un affare di droga finito male la trascina in una rete di pericoli che sembra cucita appositamente attorno a lei. Tra bottoni, fili e macchine da cucire, ogni dettaglio quotidiano diventa un indizio e ogni cucitura un potenziale tattica di sopravvivenza; il tessuto della sua vita si sfalda e si riannoda in modi inaspettati mentre cerca di sfuggire a chi la bracca.
Il film si sviluppa come un gioco sempre più teso di gatto e topo, in cui le decisioni della protagonista generano biforcazioni narrativamente radicali: ogni scelta apre una strada alternativa con conseguenze drastiche, trasformando la suspense in un labirinto di possibilità morali e fisiche. Tra noir urbano e invenzioni visive ispirate al mondo sartoriale, la storia esplora il prezzo della libertà e la fragilità delle seconde opportunità, lasciando lo spettatore con la sensazione di aver assistito a molte vite possibili, tutte legate dallo stesso fragile filo.